Accoglienza e integrazione al centro della Giornata mondiale del Rifugiato – SPRAR San Fulgenzio

Svolta questa mattina la Giornata mondiale del Rifugiato 2018 organizzata da SPRAR San Fulgenzio-Comune di Quartu, gestito dalla Fondazione Caritas San Saturnino onlus, braccio operativo della Caritas diocesana di Cagliari.

Ad aprire i lavori il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai che ha ricordato come lo SPRAR rientra nel più ampio impegno della Chiesa di Cagliari verso l’accoglienza delle migrazioni forzate, e permette di svolgere un lavoro di inclusione integrata. Ha poi ricordato l’impegno della Diocesi con i corridoi umanitari, progetto della Chiesa italiana contro il traffico esseri umani e le morti in mare: esiste – ha ribadito – nel nostro territorio, una cultura dell’accoglienza che si è sviluppata in questi anni con diversi progetti, come quelli già ricordati, a cui si aggiungono anche Rifugiato a casa mia e il progetto PIER (protezione, integrazione, educazione per i rifugiati).

A ospitare l’iniziativa, l’aula consiliare del Comune di Quartu. L’impegno della città nella seconda accoglienza è stato ricordato dal sindaco Stefano Delunas: un segnale ancora più importante  – ha detto – in un momento in cui si rischia di avere una percezione sbagliata su questo tema. Da parte del primo cittadino, anche un plauso al lavoro svolto dalla Diocesi di Cagliari e anche dall’Anci Sardegna e dalle Prefetture sull’ accoglienza diffusa – nonostante le resistenze, dovute alla paura, incontrate in alcuni comuni che non hanno dato disponibilità – e, ancora, l’invito a perseguire il cammino di accoglienza.
Mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, ha ricordato l’importanza di progetti come i corridoi umanitari e la collaborazione con la comunità di Sant’Egidio, per poter accogliere in un modo diverso, organizzato, che tenga conto anche delle problematiche che la stessa accoglienza comporta. L’arcivescovo ha ricordato la necessità di camminare insieme – istituzioni, società civile e intero territorio – per vivere questo momento di passaggio epocale, non un fenomeno congiunturale ma un cambiamento strutturale che ci richiede una conversione culturale: ciò significa arricchire la nostra cultura della capacità di affrontare situazioni nuove, trovando soluzioni adeguate. Anche padre Stefano Messina, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes, ha sottolineato che occorre accompagnare il cambiamento, accogliere la convivialità e la ricchezza di culture che caratterizza la nostra storia contemporanea.

Il progetto SPRAR – caratterizzato dalla volontà di comunicare con la comunità accogliente, per promuovere conoscenza e superare le paure, come sottolineato dalla coordinatrice Stefania Russo – è stato descritto da alcuni degli operatori dell’équipe multidisciplinare che ogni giorno accompagna i 28 ragazzi ospitati nei cinque centri: Jasmina Mahmutcehajic, Gabriella Serra e Simona Murtas. Il racconto più efficace sarà affidato allo spettacolo IO, TU. La nuova Atlantide che sarà messo in scena, per la prima volta, stasera alle 21 nel teatro della Parrocchia Sacro Cuore, a Quartu: come ha spiegato il regista Karim Galici, esso racconta il prima e dopo il viaggio, il passato e il futuro dei giovani protagonisti – i ragazzi accolti nello SPRAR – in un insieme di emozioni, tradotte in una favola, che potranno essere vissute dagli spettatori grazie a una formula immersiva e sensoriale.

L’importanza dei progetti Caritas è emersa dalla voce di alcuni ragazzi, ben integrati nel contesto locale, accompagnati dal referente dell’area immigrazione Caritas Alessandro Cao, che ha anche ricordato la campagna Welcoming Europe. Kevin, Mak e Aliou sono tra i 23 beneficiari del progetto Rifugiato a casa mia, concluso da un anno, accolti rispettivamente dalle parrocchie San Gregorio Magno, Madonna della Strada e dalla comunità saveriana, la stessa che oggi ospita Dawit e Mulugeta, i due fratelli eritrei arrivati due giorni fa a Cagliari dall’Etiopia grazie ai corridoi umanitari. Anche loro presenti in prima fila, a testimoniare che un’accoglienza realmente inclusiva è possibile.