Natale, un tempo di carità: la riflessione del direttore della Caritas diocesana

Ci prepariamo a vivere un Natale di speranza, nonostante la pandemia che in quest’ultimo anno ha messo fortemente alla prova le nostre comunità. Anche durante queste festività il nostro impegno accanto ai più bisognosi non si ferma: non solo la Mensa, ma anche le nostre accoglienze invernali per i senza dimora a cui si aggiungono quelle gestite dai padri saveriani, l’Unità di strada, la vicinanza alle famiglie che proprio a causa dell’attuale emergenza sanitaria, sociale ed economica si sono trovate in una condizione di difficoltà imprevista. Un Natale all’insegna della prossimità, della gratuità, ma anche di quella fratellanza universale tanto auspicata da Papa Francesco nella sua ultima enciclica Fratelli tutti, documento che si pone in continuità con quello sulla Fratellanza umana, firmato nel 2019 ad Abu Dhabi dallo stesso Papa e dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. Con questo spirito è stata organizzata la nostra iniziativa È Natale, il vescovo incontra gli immigrati, momento di saluto e conoscenza, con l’incontro nella sede istituzionale dell’Episcopio tra il nostro arcivescovo mons. Giuseppe Baturi e le singole comunità di immigrati di nazionalità diverse presenti nel territorio diocesano, per lo scambio di auguri e un’offerta reciproca del messaggio di pace.
Un messaggio di accoglienza, integrazione e fraternità ancora più significativo al tempo del Natale, in cui lo stesso Dio si fa nostro fratello, attraverso il mistero dell’incarnazione: il Natale rappresenta proprio questa presenza di Dio in mezzo a noi che ci invita a far crescere la fratellanza e l’amicizia tra popoli, l’accoglienza e l’attenzione al prossimo. Qui si colloca la nostra azione caratterizzata da una funzione “prevalentemente pedagogica”: il pensiero corre, per esempio, all’iniziativa Miracolo di Natale che non è stata fermata dalla pandemia, confermando anche quest’anno una solidarietà diffusa e una grande fiducia nella Caritas.
Ancora di più in tempi di pandemia la venuta di Dio porta fiducia, speranza, pace, gioia: una gioia interiore, religiosa, che è alla base del nostro “fare”. Il Natale è proprio la fedeltà a Dio: dal silenzio assordante della storia emerge una parola nuova, quella del Verbo incarnato che viene da Dio stesso; l’auspicio è che, attraverso la nascita del Signore Gesù, si concretizzi davvero la promessa di un mondo nuovo, la speranza di una nuova umanità. Proprio nella nascita di Gesù assaporiamo lo spirito vero del Natale, ovvero la bellezza del sentirsi amati da Dio. Egli si rivela nella fragilità di un bambino nato nella povertà di una grotta a Betlemme: con questa consapevolezza il Natale ci vede impegnati in modo coerente con il Vangelo, proprio partendo dall’attenzione agli “ultimi”, alle persone più fragili, grazie al nostro impegno a “non lasciare indietro nessuno”, accogliendo l’invito del Santo Padre: l’annuncio della salvezza giunge fino ai più bisognosi, a coloro che vivono situazioni di sofferenza ed emarginazione, rendendo manifesta la fedeltà di Dio e la sua tenerezza che non trascura nessuno, affinché essa stessa possa scaldare i nostri cuori, e attraverso le nostre azioni caritatevoli possiamo concretizzare quella carezza che Dio rivolge all’umanità intera, nessuno escluso.
don Marco Lai
(articolo pubblicato su Avvenire – Cagliari, 20 dicembre 2020)